Cantina Del Rèbene
Dal 1990, nel cuore dei Colli Berici.
Dalle rovine di un borgo del XV secolo, abbandonato nel secondo dopoguerra, nasce l’azienda agricola Del Rèbene, adagiata su un poggio aprìco creato da un antico camino vulcanico che domina la Valle del Gazzo, inserita nell’elenco delle Bellezze paesaggistiche d’Italia.
Una mappa antica nominava la strada che conduce a questo poggio “del Rebene”, ossia “vite, vigneto” nella antica lingua Cimbra, parlata in questi colli dal 1300 al 1500: è questa la prova che qui la vigna era coltivata fin dal tardo medioevo.
Nel XIII secolo l’imperatore del Sacro Romano Impero concesse al Vescovo di Vicenza di riscuotere tributi sui Colli Berici, in quel tempo incolti.
Il Vescovo suddivise il territorio in “masi”, ciascuno esteso da 25 a 50 campi e li assegna a coloni, quasi esclusivamente tedeschi, ritenuti i migliori a dissodare gli incolti.
Uno di questi “masi” è adagiato sulla sommità di un colle creato da un antico camino vulcanico a 300 mt di altezza. Questo colle aprìco si erge isolato sulla pianura della Valle del Gazzo.
La sua sommità e i suoi ripidi versanti vengono coltivati per lo più a vite, con un pò di ulivo, ciliegio e ortaggi. Un appezzamento fortunato baciato dal sole e servito di acque dalla vicina Fontana del Monte.
Nei Colli Berici, tra la fine del 1200 e il 1500 si parla il tedesco e questo “maso” viene denominato “Rébene” che significa vigneto.
Nel 1672 il fondo compare nel testamento del Nobile Francesco Sorio che, senza figli, lo conferisce assieme ad altri beni alla “commissaria” che amministrerà il suo patrimonio per devolverne il ricavato “a far tutti gli anni la dote a 5 ragazze di buona famiglia che ne abbiano bisogno”.
Nei secoli successivi l’originario nucleo abitativo si espande sino a divenire una contrada costituita da tre case contadine affiancate, con la stalla ed il forno per il pane.
Durante gli anni ’40 la contrada è abitata ancora da circa trenta persone. Purtroppo però dopo la guerra, agli inizi degli anni 50, i suoi abitanti emigrano in città.
Il Rébene rimane in abbandono.
Nel 1990 un giovane del luogo conduce Francesco al fondo, camminando attraverso un angusto viottolo, invaso da rovi e da una coltre di vegetazione quasi impenetrabile.
L’antica contrada è nascosta sotto una fitta copertura di edera, rovi e vitalbe, priva del tetto ed invasa anche all’interno dalla vegetazione.
Le viti ancora maritate ai vecchi aceri campestri e frassini (Opi e Orni), sono ormai sopraffatte da rovi e vitalbe.
I terrazzamenti un tempo ridenti di orti coltivati dalla laboriosa mano dell’uomo, sono ormai incontrastato dominio di rovi ed arbusti selvatici.
Ma ancora il cielo terso e dominato da un sole generoso, la palpitante energia, la bellezza e la magia di questo luogo convincono Francesco ad intraprendere un’opera della quale, per la sua giovane età, non immagina l’impegno: riportare il Rèbene alla sua antica vocazione, alla coltivazione della vite e dell’olivo, alla vita.
Quest’opera non dovrà mai dimenticare la lunga memoria storica del luogo ed il profondo rispetto per una natura tanto benigna.
La Vigna Del Rèbene
Su queste pendici Francesco sta riportando alla loro massima espressione i vitigni autoctoni Carmenére e Tai Rosso, accompagnandoli agli internazionali Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon.
La vigna, estesa per cinque ettari, qui ha trovato l’ambiente ideale per produrre un’uva che non necessita di grandi interventi dell’uomo, grazie anche al terreno di matrice calcareo-marina e al clima caratterizzato da escursioni termiche favorite dall’altitudine ed anche asciutto e ventilato, paragonabile alla macchia mediterranea.
La lavorazione in vigna è biologica e e si avvale delle tecniche biodinamiche e consente alle uve di raggiungere una maturazione completa e di produrre vini di alta qualità.
L’olivo Del Rèbene
Anche gli olivi hanno origini ben salde su questi terreni: i primi ritrovamenti sugli estimi catastali risalgono infatti al 1700.
Dagli anni ‘90, Francesco ha iniziato un appassionato lavoro di recupero di un ripido versante, imbrigliato da secolari terrazzamenti in pietra, sui quali ha ripiantato 3 ettari di olivo di varietà autoctone come la Rasara insieme alla Leccino, Coratina e Pendolino.
Le olive appena raccolte vengono frante nel più vicino frantoio
Il Biologico e il Biodinamico secondo Del Rèbene
Da sempre l’azienda adotta metodi di coltivazione e trasformazione dei prodotti naturali e biologici e già dal 2007 ha ottenuto la certificazione di legge.
Vigneti ed oliveti sono interamente circondati da antichi boschi di latifoglie che li proteggono da fonti di contaminazione provenienti da altre coltivazioni.
L’azienda è costituita da un corpo centrale ricavato dalla parte meno acclive e più fertile attorno all’antico borgo, coltivato a vite e olivo.
Questo appezzamento di circa 8 ettari complessivi è interamente circondato da boschi di latifoglie. Le coltivazioni più vicine distano più di un chilometro in linea d’aria.
Inoltre, grazie alla presenza della profonda Valle del Gazzo, l’intero fondo gode di una brezza mattutina e serale. Tutti questi elementi, uniti ad una felice esposizione a sud, rendono l’ambiente ideale per la coltivazione biologica con metodo biodinamico.
L’ulivo è allevato a vaso policonico servito di irrigazione a goccia di soccorso: produce circa 40/50 quintali/ettaro.
La forma di allevamento delle vite è a guyot a spalliera, con una densità di 4.000/4.500 ceppi/ettaro con una produzione di circa 50 q.li per ettaro.
I Colli Berici si trovano a sud di Vicenza. Hanno avuto origine circa 60 milioni di anni fa a seguito di un antico bradisismo, ossia il sollevamento del fondo marino ad opera della pressione del magma presente nel sottosuolo.
Il versante sud dei Colli Berici è caratterizzato dal microclima mediterraneo.
La giacitura del terreno dell’azienda Del Rèbene è molto acclive ed esposta a sud, il terreno argilloso di matrice calcarea e l’irrigazione a goccia di soccorso, donano uve dalla buccia di grande spessore, ricche di tannini e antociani.
Le uve Carmenère, Tai rosso e Cabernet Sauvignon raggiungono qui la completa maturazione e gli aromi evolvono in un elegante speziato, grazie anche ad una elevata escursione termica del sito, posto a circa 300 mt di altitudine s.l.m.
Una spettacolare vista dall’alto della nostra azienda, fatta con un drone.